Nuovi odori catturano i nostri sensi mentre l’aria diventa sempre più fresca e le prime foglie ingiallite volteggiano sospinte dal vento. Si ripongono negli armadi canotte e costumi da bagno con l’espressione malinconica di un ricordo vacanziero che comincia a sbiadire e perde i connotati poetici delle calde notti al chiarore di luna.
E’ l’immutabile ritmo della vita, l’eterno ciclo delle stagioni che scandisce i nostri tempi e ripropone una tela dai toni accesi e suadenti che rivela una natura ripiegata su sé stessa, che ora si contrae e inizia il suo riposo. Ed anche l’uomo in armonia con essa riduce l’attività rivolta all’esterno, privilegiando l’intimità e l’introspezione.
Per alcuni è il momento per i viaggi della mente alla ricerca di un nutrimento interiore. Per altri è il momento di un nuovo corso in palestra che possa distogliere per poco dalle attività lavorative che ricominciano a ritmo incalzante.
Settembre rappresenta l’inizio di un nuovo corso scolastico, un ciclo che per circa otto mesi impegnerà duramente gli studenti di ogni ordine e grado. Si continuano a sfogliare le foto di una estate ormai superata e i ragazzi ritornano tra i banchi di scuola con la testa che rimarrà ancora per molto tra i cumuli di sabbia. Ritornano gli estenuanti orari d’ufficio, si intensifica il lavoro, le città si riempiono ed il traffico si blocca nelle ore di punta. Dopo i saldi estivi i negozi si rivestono di nuovo e le vetrine sfoggiano le nuove tendenze; si ritorna nei negozi alla ricerca di abiti che riparino le membra dai primi freddi. Ed è pur vero che, il luogo comune secondo cui le mezze stagioni non esistono più, non è del tutto sbagliato. Dal punto di vista climatico il passaggio dal caldo afoso e persistente al freddo rigido sta diventando sempre più repentino ed anche i negozi d’abbigliamento sembrano adeguarsi di conseguenza. L’autunno appare come un soffio, un alito di vento, la cui presenza effimera si perde in un breve lasso di tempo. Una stagione che porta con sé i primi malanni, campanelli d’allarme dell’annuale sindrome influenzale. Farmaci, creme per il corpo, burro di cacao ed essenze profumate contribuiscono a mantenere il corpo efficiente, a prevenire gli inestetismi causati dalle più basse temperature e a tollerare i rigori del clima. Con le attenzioni giuste e i cosmetici adatti la nostra pelle potrà restare intatta e dorata ancora a lungo. E se proprio la tanto agognata abbronzatura dovesse presto abbandonarci, il rimedio-lampada dovrebbe garantirci una pelle ambrata e perfetta anche sotto i maglioni di lana.
Le città assumono un nuovo volto, più cupo e meno festaiolo. Chiudono i locali all’aperto e ci si ritrova negli spazi ristretti di un locale alla moda a sorseggiare una birra tra amici. Ricomincia la stagione cinematografica e nei fine settimana i cinema pullulano di gente. Si rinnova il palinsesto televisivo con proposte nuove e vecchi rispolveri che ricolmano quei vuoti lasciati nel periodo vacanziero. È il momento dei lanci discografici associati ai grandi nomi del panorama musicale internazionale, dei teatri gremiti, degli stadi pieni. Palla al centro, come consuetudine ricomincia il campionato di calcio e con l’autunno arrivano puntuali i primi pronostici. Gli eventi sportivi catalizzano l’attenzione di migliaia di tifosi che con sciarpa e cappello seguono la loro squadra negli appuntamenti di stagione. Nuovi progetti politici, nuove riforme scolastiche, nuove tendenze moda! Tutto nel segno della propositività.
L’autunno rappresenta la stagione della mutevolezza, del vecchio che si rinnova, di un ciclo che ritorna, diverso, con una nuova veste. Tutto muta e tutto si trasforma, per citare il filosofo greco Eraclito; o meglio tutto deve necessariamente mutare, per poter essere accettato. Eppure ciò che muta è lo spettacolo sublime della natura. Se nella città ritornano i toni scuri, il cielo grigio vela anche la nostra anima, lo spettacolo che si presenta nei campi è ben diverso. La natura ci meraviglia quando è prossima al suo sonno. Nell’aria si respira un profumo nuovo, più intimo, che tocca le corde del profondo e ci riporta all’infanzia, in un alternarsi di colori e di sapori che nitidi si rimescolano alla mente; sempre uguali, immutabili. E’ il paesaggio autunnale, rigoglioso nella sua malinconica rappresentazione.
Il sole gioca con la terra e talora si nasconde, mentre la terra si abbevera e piano piano si addormenta. Le giornate settembrine ci regalano gli ultimi scampoli d’estate con un clima piacevole che concilia la maturazione delle uve e con i grappoli pieni ritorna l’atmosfera festaiola della vendemmia. L’odore del mosto che nel mese di ottobre diventa più persistente conduce all’oblio quello della salsedine, scompagina il tran-tran quotidiano e induce a trastullare, col pensiero a quel vino novello che per primo colmerà i bicchieri. Ed il rosso primitivo accompagna sulle nostre tavole cibi più succulenti e gustosi dopo una stagione estiva che ci ha abituato a pietanze poco artificiose e pressoché veloci, meglio indicate sotto il sol leone. La cucina autunnale ha per protagonista zuppe e minestre di ogni tipo. I piatti forti sono quelli a base di legumi, fagioli, fave e ceci cucinati con i cereali e conditi con le verdure. Frutta e ortaggi di stagione hanno immagazzinato le energie dell’estate e contengono utili sostanze nutritive. L’autunno è la stagione della frutta secca, simbolicamente legata al mondo delle radici e all’aspetto sotterraneo della stagione fredda che va approssimandosi. Si preparano le conserve per l’inverno che rappresentano un modo gustoso per prolungare la bella stagione e ritrovare i sapori e profumi delle vacanze. Melanzane e peperoni finiscono nei boccacci sott’olio o sott’aceto secondo le meticolose ricette che trapassano i tempi affidate alle sapienti mani delle massaie. E quando le prime piogge dissetano la terra arida, gli intenditori di funghi si inoltrano nei boschi dando inizio alla loro personale caccia al tesoro alla ricerca di un alimento prelibato per l’arte culinaria.
Archiviate le feste all’aperto, le sagre di paese e i concerti di piazza, con il vento pulsante e le ore di luce più brevi si riscopre il tepore della casa e il conforto di una cena calda in famiglia. L’odore delle caldarroste è un profumo inebriante che si spande per la cucina ed è emblematico nei mesi autunnali. Il focolare domestico ritorna ad essere il luogo di aggregazione, di riunione e si rinsalda quello spirito religioso che prepara alle feste maggiori del calendario liturgico.
Il 27 settembre si contempla la festa dei Santi Medici, una devozione che nel passato si esprimeva con il pellegrinaggio al santuario situato nei pressi di Oria nel brindisino. Secondo la tradizione intere famiglie partivano il giorno prima a piedi o con il traino e arrivavano stanchi al santuario in segno di vera penitenza. Si percorreva la strada cantando inni sacri e portandosi dietro un sacco per i viveri e un bastone. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre si celebrano ancora molte feste che sembrano sopravvivere al logorio del tempo. Il 4 ottobre si celebra S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
Ottobre è anche il mese in cui le zucche affollano i campi. Non a caso, durante la festa statunitense di Halloween, che si celebra il 31 ottobre, con le zucche vengono fatte delle lampade, che servono a creare il clima suggestivo della festa di Ognissanti. Restando in territorio italiano la festa di questo ortaggio, porta in tavola notevoli specialità culinarie come i ravioli di zucca, i dolci alla zucca, etc.
Halloween, la notte magica per eccellenza, è l’unica occasione per cui anche chi non ama il genere horror è ben felice di piazzarsi una maschera mostruosa in faccia e partecipare ad una festa. Un party che si sta diffondendo nel nostro Paese nonostante la diffidenza di alcuni che non ne vorrebbero nemmeno sentir parlare perché d’importazione americana. In realtà, Halloween sembra piuttosto avere un’origine europea. La tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti “All Hallows’Eye Day”, poi contratto in Halloween, ha infatti origini britanniche. Per queste popolazioni, il cui sostentamento principale era l’agricoltura, l’anno nuovo iniziava il 1° novembre e nella notte del 31 Ottobre si festeggiava Samhain, la fine dell’estate, in cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti estivi. La credenza comune, era che nella notte di fine estate, si assottigliassero le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. Si pensava che questi ultimi tornassero sulla terra. Da questa leggenda, discese l’uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, per ingraziarsi le anime dei defunti. Si appendevano le jack-o-lantern, ricavate nelle zucche per guidarne il cammino. I bambini si travestono così da impersonare degli spiriti e vogliosi di dolci, secondo l’usanza del “trick- or-treat”, cioè del “dolcetto scherzetto” vanno di casa in casa, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro “benevolenza”. Altra usanza è quella di apparecchiare la tavola per la cena di Halloween aggiungendo un posto in più, per rendere omaggio ai defunti. In Friuli, invece, i primi del mese si tengono specifiche sagre, in cui viene premiata la zucca più grande e bella e quindi si mangiano specialità locali a base della polpa arancione della medesima. Ad Alba, invece, ogni anno si tiene un palio beffardo in onore del tartufo. Questo palio, in cui corrono asini e non cavalli, risale al 1932, per volere degli abitanti della città, stanchi di essere umiliati dagli abitanti di Asti e dal loro prestigioso palio. Questa festa serve anche ad inaugurare l’inizio della famosissima Fiera nazionale del Tartufo, l’evento legato al fungo più importante del mondo. Oltre a queste, molte altre feste di origine agreste animano l’autunno italiano, portando in tavole deliziose specialità stagionali ed aiutando quindi l’animo a ben disporsi verso l’ imminenza del freddo e delle privazioni dell’inverno.

I primi giorni del mese di novembre sono comunemente chiamati estate di San Martino, in quanto contraddistinti dalle temperature in aumento e da un sole più caldo. Ma, questo è il mese delle contraddizioni apparenti, dell’incessante succedersi della vita e della morte che ha il suo culmine il 2 novembre nella commemorazione dei Defunti. Secondo la tradizione di molti Paesi, i defunti in questa data fanno visita ai vivi dell’aldilà, non per ridestare il dolore ma per invitare alla gioia. Cambiano i rituali, ma ciò che resta nelle varie culture è un unico filo conduttore: la paura. Si festeggiano i morti per sentirli ancora presenti e tenerseli buoni ma anche affinché assicurino fertilità e protezione ai discendenti. Il mese di novembre presso i Greci era il tempo della celebrazione delle antesterie, dedicate ai fiori. Si preparavano legumi e cereali che venivano portati in offerta sulle tombe in onore di Hermes Conio, il dio che guidava le anime dell’aldilà. Novembre è anche il mese in cui cade la festa di San Martino. L’11 del mese rappresenta nella cultura contadina il giorno della svinatura, ovvero il giorno in cui si toglie il vino dai tini, dopo la fermentazione. Già il Carducci aveva voluto fissare nella sua lirica i colori e gli odori di questa festa con immagini semplici e di ampio respiro.
La poesia ha tratto fin da sempre un enorme fonte d’ispirazione dai paesaggi autunnali e continua a riproporre in versi i tratti caratteristici di una stagione che sembra non perdere il suo fascino e il suo alone di mistero. E a questo proposito concludiamo con una frase di Lyall Watson che vuole essere indicativa “Qualcuno, un tempo, sostenne che gli uomini sono figli dell’aria e che una carezza del vento sul viso rende saggi”. (a cura di Rosa M. – Foto VitoC – Modella Ilaria)


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