KATARINA JANECKOVA A ROMA

La Richter Fine Art ospita la prima mostra personale in galleria (dal 6 giugno al 21 luglio 2018 – da giovedì 7 giugno a venerdì 21 luglio dalle 13.00 alle 19.00 dal martedì al sabato) dell’artista slovacca Katarina Janeckova. Dopo aver partecipato alla collettiva COM surrogate (5 dicembre 2017 – 31 gennaio 2018) l’artista presenta la sua ultima serie di lavori.

Slovacca di nascita e texana per amore, nel 2013, dopo il Master in pittura, si trasferisce negli States con il suo futuro marito. Katarina Janeckova si è guadagnata in breve tempo una posizione distinta tra i migliori talenti della sua generazione, è riuscita nella sua impresa non solo grazie alla sua pittura figurativa tipicamente rilassata, caratterizzata da espressività emotiva, ma soprattutto grazie all’onestà con cui interpreta le sue esperienze quotidiane non convenzionali. Documenta la sua vita a tal punto che le sue opere possono essere percepite quasi come le voci di un diario. I suoi dipinti raccontano la cultura texana, fatta di pescatori locali di un piccolo paese, il suo cortile, le tonnellate di piatti nel lavandino, lavoratori che costruiscono case intorno, il giardino, il deserto, i serpenti, i cowboy, le cowgirl e ovviamente suo marito.

“Chi cerca trova” – ha detto l’artista – “è stata la prima frase che ho imparato in italiano. Mio padre, scomparso sette anni fa, mi ha insegnato questa frase prima del mio primo viaggio in Italia, quando avevo dodici anni, e non l’ho mai dimenticata. Da allora l’ho usata nella mia vita. Appena trasferita in Texas mi ci è voluto un po’ per smettere di compatirmi e rendermi conto che vivere qui può essere un’opportunità per guardare la vita in modo diverso. Ogni giorno di più i soggetti che dipingo diventavano una ricca fonte di divertimento, ispirazione, e infine ammirazione, finchè ho capito di aver trovato quello che stavo cercando”.

Ma Katarina Janeckova non si affida interamente alla realtà esterna, uguale, se non maggiore, è l’attenzione rivolta al suo mondo interiore. Questa fusione di eventi, sentimenti e pensieri soggettivi particolari, crea il raro tipo d’intensità che si irradia dal suo lavoro. È davvero impossibile separare la fantasia dalla realtà, poiché la prima si fonde costantemente con quest’ultima e viceversa. Sebbene spesso basata sulla sua esperienza personale, l’approccio dell’artista non è esclusivamente documentario in modo descrittivo.

La sua capacità di esprimersi attraverso simboli ampiamente riconosciuti e facilmente riciclabili spesso conferisce alle sue scene un aspetto allegorico che sposa il razionale con la sensualità, la castità con il desiderio subconscio irrefrenabile, il convenzionale con un comportamento sessuale provocatorio.

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